Esatto, questo è un blog in cui non si parla degli oggetti di Scrusciu du mari.
Qui troverete le altre mie due grandi passioni: viaggiare e fotografare, abbinate a una cosa che ho sempre odiato: scrivere. Insomma di certo non una grande premessa!
Ma la voglia di farvi vedere e farvi conoscere le mie avventure è irrefrenabile e quindi non mi resta che assecondare questo mio impulso e dirvi tutto, o quasi, dei miei viaggi.
Ma per farvi capire meglio come saranno i miei racconti, vi voglio parlare del mio rapporto con il tempo. Infatti, come in tutte le cose importanti della mia vita, ho iniziato tardi. Non perché prima non mi piacesse (a chi non piace?), ma semplicemente perché non avevo compreso quanto possa essere semplice viaggiare. A volte ci si creano tanti problemi dentro di sé e che poi si desiste dal partire. Invece dovrebbe essere una cosa molto più istintiva. Come quando, nelle fiere, prima ti fai tanti scrupoli su come prendere una penna come gadget e, una volta scoperto che puoi prendere tutti quelli che vuoi, ti ritrovi con la borsa piena di penne, chiavette usb e quaderni manco fossi un’edicola. E così mi sono ritrovato con le tasche piene di biglietti aerei e la mia Olympus OMDE 5 attaccata alla mano.
Affollamento alle Rainbow Mountains in Perù
Ma il mio problema con il tempo non si ferma a questo aspetto. C’è una cosa che non sono mai riuscito a cambiare del mio carattere. Quello di aspettare l’ultimo momento per fare le cose. Sì. Sono un ritardatario cronico. Quello che lo vedi in stazione, in aeroporto, al porto, che corre, nervoso, col fiatone.
E’ la parte più drammatica dei viaggi. Gli orari da rispettare, soprattutto nelle partenze. Che drammaticità quei momenti: scatti, corse, scelte improvvisate , affidate all’istinto, al Karma, alla certezza che tutto andrà bene. Perché fino ad ora non ho ancora perso un aereo.
Sì, i miei viaggi iniziano sempre in modo stressante. Ma il bello è lì. Salire su un aereo, grondante di sudore, ancora incredulo ma straordinariamente felice. Perché alla fine, anche questa volta, come sempre, ce l’hai fatta. A culo, ma ce l’hai fatta. E come ogni volta penso al perché mi capita sempre di ritrovarmi in queste situazioni.
Non sono mai riuscito a darmi una spiegazione a questa domanda fondamentale dell’universo. Ma so solo una cosa: ogni volta aumento sempre il livello di sfida verso il destino. Come quella volta a Sao Miguel, nelle Azzorre, dove, per non aver sentito la sveglia, mi ero alzato un’ora prima della partenza del volo. Sì, 60 minuti prima della partenza, 30 minuti prima della chiusura del gate, 15 minuti prima di consegnare l’auto alla compagnia di noleggio. Già. Ero fottuto.
La prima idea quindi è stata quella di ributtarmi nel letto, a dormire. La seconda invece è stata più fantasiosa. Ho pensato che, forse, magari per sbaglio, se succede un imprevisto, se casca il mondo, forse posso farcela!
Così mi alzo, 06:05, mi vesto, prendo il mio backpack, arrivo alla macchina e sfreccio verso l’aeroporto. 06:10. Mi accorgo che devo fare benzina se non voglio pagare la penale, così trovo un distributore, mi fermo ma la carta non funziona, 06:25, riparto senza aver messo il carburante, mi insulto, corro, arrivo in aeroporto, mi fiondo al desk della “ILHA VERDE Rent a car”, spiego la situazione, pago la penale del carburante, 70 euro, corro, 06:35, corro, trovo fila per i controlli di sicurezza, scavalco qualcuno, spiego di nuovo la mia situazione, arrivo ai controlli, 06:41, superati, vado verso il gate, corro, corro, 06:50, arrivo al gate. Respiro. Sorrido.
Ve l’avevo detto che non ho mai perso un aereo.